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Imposta di successione: aliquote e franchigie – Fiscomania

Le persone che ereditano beni mobili e diritti reali su beni immobili sono obbligate a presentare la dichiarazione di successione e, se del caso, a pagare l’imposta di successione. Particolare attenzione dovrebbe essere prestata alle tariffe e alle franchigie da applicare.

Successione si verifica quando una persona assume le posizioni legali di un’altra persona. Il classico caso di successione è l’eredità, in cui gli eredi prendono le posizioni del defunto. La imposta di successione incide sul trasferimento di proprietà e altri diritti su beni mobili e immobili dopo la morte del proprietario. Ciò significa che in caso di eredità beni mobili, immobili, diritti reali o denaro devono essere versati all’agenzia delle entrate, l’eredità forte > >.

Okuma: Come calcolare l imposta di successione

Se il patrimonio dell’eredità comprende beni immobili o diritti di proprietà, la dichiarazione di successione deve essere sempre presentata. La dichiarazione di successione deve essere presentata entro 12 mesi dalla data di apertura dell’eredità, che di norma coincide con la data del decesso del contribuente. Di seguito troverai maggiori informazioni sull’Imposta di successione (imposta ipotecaria e catastale) e su come presentare la Dichiarazione di successione.

Che cos’è l’imposta di successione?

L’imposta sulle successioni è un’imposta indiretta dovuta dallo Stato dagli eredi e dai legatari del defunto. L’imposta di successione è calcolata quantificando l’eredità totale, ovvero deve essere sommato il valore di beni immobili, diritti patrimoniali su immobili, titoli, beni mobili, partecipazioni, prestiti, ecc., ovvero tutti i beni del testatore. Le passività del defunto devono essere detratte dal totale, i. H. i debiti e le spese mediche che gli eredi hanno sostenuto per lui negli ultimi 6 mesi di vita. Da questa differenza otteniamo la ricchezza per calcolare le tasse .

Per ogni bene viene utilizzato un metodo di valutazione specifico, in particolare se non ci sono scorte, il valore monetario di gioielli e mobili è valutato al 10% >. strong> dell’intera proprietà ereditaria.

Quando paghi l’imposta di successione?

L’imposta sulle successioni e sulle donazioni si applica a tutte le eredità e alle donazioni tra vivi, con aliquote e franchigie diverse a seconda del grado di parentela tra il cedente e di il destinatario, ovvero:

  • Per i trasferimenti al coniuge o ai parenti diretti (figli, nipoti, genitori, ecc.), l’aliquota dell’imposta è del 4% del valore percepito, meno l’eventuale debiti, invece, ogni beneficiario ha diritto ad una franchigia di 1 milione di euro, ossia H. non paga le tasse se riceve l’eredità o la donazione inferiore a 1 milione;
  • Per i trasferimenti con nido d’ape re di fratelli o sorelle l’aliquota d’imposta è del 6%, con una franchigia per beneficiario di 100.000 euro;
  • Trasferimenti a favore di altri parenti fino al quarto grado, che è del 6%, ma non viene addebitata alcuna franchigia;
  • Infine, la tariffa per le promozioni a tutti gli altri soggetti è dell’8% e non è prevista alcuna franchigia.

L’imposta di successione si paga utilizzando il modello F24 allegato all’Avviso dell’Agenzia delle Entrate e si può richiedere alle agenzie di riscossione (Entrate Agenzia di Riscossione), da pagare in banca o all’ufficio postale.

Importante: Va sottolineato che sia le tariffe che le franchigie si applicano ai singoli beneficiari, nel senso che non si tratta del valore totale dell’eredità, ma del Valore per singolo erede a cui si applica l’eventuale franchigia.

Tabella: aliquote fiscali di successione applicabili e franchigie

Aliquote fiscali di successione applicabili e franchigie

Quali beni sono esenti dall’imposta di successione?

Alcuni tipi di beni sono considerati esenti dall’imposta e pertanto non sono inclusi nel valore totale dell’eredità o donazione, ovvero:

  • I titoli di Stato italiani e altri titoli di Stato dell’UE;
  • La società, filiale o partecipazione di controllo in qualsiasi società, se i parenti stretti o il coniuge hanno continuato l’attività per un periodo di almeno cinque anni dalla data del trasferimento;
  • TFR e le prestazioni dei fondi pensione integrativi;
  • Veicoli immatricolati nel registro pubblico dei veicoli;
  • Lebenspolitik.

Come viene calcolata l’imposta di successione?

Con il Base di calcolo è la differenza tra il valore totale al momento della successione , i beni e i diritti che costituiscono la proprietà ereditata e il totale importo di Passività e imposte deducibili Per calcolare il valore di ciascuna parte dell’eredità, è necessario prima definire il valore netto totale dell’asse dell’eredità, che deve poi essere diviso per azioni.

I beni che possono formare la proprietà ereditaria sono:

  • Diritti immobiliari e fondiari;
  • Imprese, navi e aeromobili
  • Azioni e obbligazioni, altri titoli, azioni;
  • pensioni e rendite;
  • Prestiti;
  • Denaro, gioielli e mobili per un importo pari al 10% del valore netto totale imponibile dell’immobile, non dichiarato o dichiarato per un importo inferiore, a meno che: l’analisi dell’inventario mostra l’esistenza per un importo diverso.

Le passività possono essere:

  • debiti di i defunti esistenti al momento dell’eredità;
  • Malattie e spese funerarie, queste ultime non superiori a 1.032,91 euro, che è la soglia massima di detrazione fiscale che può essere utilizzata.. .

Se l’eredità include beni immobili e diritti di proprietà, sono dovute imposta ipotecaria e catastale. Ammontano al 2% e 1% del valore dell’immobile, con un pagamento minimo di 200 euro per ogni tassa. La imposta ipotecaria e catastale è in importi fissi di 200 euro per ogni imposta se il beneficiario ha le condizioni necessarie per usufruire della prima casa > da usare. forte>.

Chi deve presentare la dichiarazione di eredità?

Gli articoli 28 e 29 del D.Lgs. 346/90, sono obbligati a fare la Dichiarazione di successione:

  • Gli eredi;
  • Quelli chiamati ad ereditare;
  • I Legati.
  • Gli amministratori del patrimonio;
  • Fiduciario dell’Estate;
  • L’esecutore testamentario;
  • Mi fido.

Se , riguardo alla stessa successione, che i soggetti sono obbligati ad avere, esistono più dichiarazioni, questa può essere fatta solo da una.

Quando sei esonerato dalla dichiarazione di eredità?

Per vari soggetti da esentare dal pagamento dell’imposta di successione. Si tratta innanzitutto di tutti quei soggetti che rinunciano all’eredità, come spiega l’Agenzia delle Entrate:

LE EREDITÀ E LEGATI DESIGNATI CHE SONO ESCLUSI PRIMA DEL TERMINE PER LA DICHIARAZIONE DI EREDITÀ O LEGAME.

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Sono esonerati dal pagamento dell’eredità anche i soggetti (eredi diretti, rappresentanti legali o parti interessate) che non sono proprietari del patrimonio ereditato e che hanno nominato un custode.Al di là di questi due casi, non vi è obbligo di fare la dichiarazione di eredità se tutti e tre questi casi sono consumati contemporaneamente, in cui l’eredità:

  • Sarà in linea retta trasferita al coniuge o ai parenti del defunto;
  • L’eredità non supera il valore di 100.000 euro;
  • Non prevede beni immobili o diritti su beni immobili.

In questi casi, l’imposta di successione non sarà pagata se contestualmente verrà dato il consenso.

Modalità e condizioni per la presentazione della dichiarazione di successione

Secondo gli articoli 28 e 31 del D.Lgs. 346/90, la dichiarazione di successione deve essere presentato:

  • all’ufficio delle imposte nel cui distretto è stato stabilito l’ultimo luogo di residenza del defunto >;
  • Entro un anno dalla data di successione.

Se il defunto viveva all’estero, Responsabile della destinatario della dichiarazione di successione è l’ufficio delle imposte nel cui distretto è stato stabilito il suo ultimo domicilio italiano. Per quanto non noto, ai sensi dell’articolo 15, comma 2, della Legge n. 383/01, l’ufficio competente è quello di Roma (in particolare la competenza è stata attribuita all’Ufficio Roma 6, ora Direzione Provinciale II di ROMA – Ufficio Territoriale ROMA 6, con decreto del Direttore Regionale trasferito dal 15.01.2000)

La dichiarazione di successione deve essere depositata entro 12 mesi dalla data della successione, che di solito coincide con la data di morte del contribuente.

Importante: Si precisa che entro 30 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione, la domanda di trasferimento dell’immobile deve essere presentata agli Uffici Provinciali – Territorio dell’Agenzia.

Chi è esonerato dal deposito della dichiarazione di successione?

L’obbligo di presentare la dichiarazione di eredità non si applica se si verificano contemporaneamente:

  • L’eredità passa al coniuge e parenti in linea retta;
  • L’immobile ereditato ha un valore non superiore a 100.000 euro;
  • L’eredità non include terreni o diritti equivalenti alla terra.

Come presentare una dichiarazione di eredità?

Per compilare personalmente la Dichiarazione di successione è necessario scaricare il Modulo 4 dal sito www.agenziaentrate. gov .it o presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e nella dichiarazione deve essere riportato:

  • Gli estremi del defunto;
  • L’albero genealogico del defunto per identificare gli eredi;
  • Le date degli eredi e il rapporto di parentela
  • Gli immobili che si muovono, essendo individuati dai dati catastali : I le case sono indicate con foglio, trama e subordinazione;
  • Le azioni di borsa, i titoli e le società di De Cuius;
  • I doni di De cuius fatti in vita;
  • Anche i debiti, tali vengono trasferiti.

La dichiarazione deve essere resa entro 12 mesi dal verificarsi dell’eredità o dalla data del decesso

Il Dichiarazione di successione deve essere redatta, a pena di nullità, utilizzando il modello predisposto sul sito dell’Agenzia delle Entrate e deve essere firmata da almeno uno dei debitori o da un suo rappresentante negoziale. Deve indicare i dati di cui all’art. 29 del D.Lgs. 346/90. Gli Allegati della dichiarazione sono disciplinati dall’articolo 30 del D.Lgs. 346/90.

Importante: I certificati di morte (del coniuge o del discendente o dell’antenato), nonché lo stato civile e il luogo di residenza possono essere sostituiti da autodichiarazioni ai sensi dell’articolo 46 del DPR 28.12.2000 n. 445.

Dichiarazione di successione

Se dopo l’emissione della Dichiarazione di successione si verifica un evento che dà luogo a cambio di successione o eredità o applicazione dell’imposta più elevata i debitori, anche se divenuti solo in conseguenza di un tale evento, sei obbligato a rendere la dichiarazione sostitutiva o integrativa (articolo 28, comma 6 del D.Lgs. 346/90).

Vi ricordiamo inoltre che l’art. 13, comma 1, lett. c), del D.Lgs. n.472/90, in materia di pentimento attivo, applicabile a tutti i tributi, prevede che la sanzione per la mancata dichiarazione è prevista in forte > 1/10 del minimo ridotto se il reso viene inoltrato con un ritardo non superiore a 90 giorni. Inoltre, è possibile “integrare” la dichiarazione presentata nei termini, beneficiando di una riduzione delle sanzioni scalata in funzione del ritardo (1/9 del minimo se la regolazione è fatta entro 90 giorni, 1/8 del Minimo se immesso entro 1 anno, 1/7 del minimo se immesso entro 2 anni, 1/6 se immesso entro 2 anni).

Mancata dichiarazione di eredità

L’Mancata presentazione della dichiarazione di successione, la dichiarazione integrativa e la dichiarazione sostitutiva saranno punite ai sensi dell’articolo 50 del D.Lgs. 346/90, con la sanzione amministrativa del 120% al 240% dell’imposta pagata o rimborsata d’ufficio. In assenza di imposta sarà applicata la sanzione amministrativa da € 250,00 a € 1.000,00.

Se la dichiarazione è resa con un ritardo non superiore a 30 giorni sarà irrogata la sanzione amministrativa dal 60% al 120% dell’importo dell’imposta versata o recuperata dall’Ufficio (ferma restando l’applicazione delle norme sul pentimento attivo). In assenza di imposta sarà applicata una sanzione amministrativa da € 150,00 a € 500,00.

Dichiarazione di frode successoria

È punibile con sanzione dal 100% al 200% della differenza fiscale , il contribuente chi (art. 51 comma 1 d.lgs. n. 346/90):

  • non fornisce dati o elementi utili al pagamento o al rimborso dell’imposta, ovvero li indica infedele (con valori ​​inferiore alla realtà);
  • Mostra passività totali o parziali inesistenti;
  • Rilascia o firma certificati o altri documenti rilevanti per la determinazione delle passività deducibili che contengono dati o elementi non veritieri.

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Articolo 51, comma 2, del D.Lgs. 346/90, la sanzione di cui sopra non si applica all’imposta corrispondente al maggior valore di gli Oggetti e i diritti corrispondono se il valore stimato dichiara il . La sanzione sarà irrogata in misura variabile da 258,00 a 1.032,00 euro:

  • Se l’omissione o la violazione della dichiarazione riguardi dati o elementi che non incidono sulla determinazione dell’imposta;
  • Per la mancata allegazione dei documenti o dei prospetti relativi al pagamento delle imposte ipotecarie, catastali, di bollo e delle imposte ipotecarie;
  • In caso di inesattezza o irregolarità dei suddetti prospetti (art. 51 comma 3 Dn. Lgs. 346/90)

Tale sanzione sarà dimezzata se la regolarizzazione effettuata entro 60 giorni dalla richiesta dell’Ufficio.

Quali sono le opzioni di pagamento?

L’ufficio delle imposte calcola l’imposta di successione sulla base della dichiarazione presentata dagli eredi. Infatti, l’autovalutazione delle imposte prevista dal DM del 21/5/97 riguarda solo imposte ipotecarie , imposte catastali e imposta di bollo , al momento dell’eredità, ma non l’imposta di successione stessa. Queste tasse possono essere pagate utilizzando il modello F24 o tramite addebito diretto . Le tasse possono anche essere pagate a rate nei seguenti modi:

  • Almeno il 20% dell’importo deve essere pagato entro 60 giorni dall’avviso di liquidazione ;
  • La parte restante sarà corrisposta in 8 rate trimestrali (dodici per importi superiori a ventimila euro), sulle quali matureranno gli interessi a partire dal primo giorno successivo al pagamento della prima rata. Le tariffe scadono l’ultimo giorno di ogni trimestre.

Nel caso in cui l’immobile sia tra i beni ceduti per successione, ipoteca e catasto.

Imposta di successione ipotecaria e catastale

Se si trovano anche immobili in successione , l’imposta su Mutuo e Catasto. Queste imposte indirette sono sostenute in misura ragionevole.In particolare:

  • La imposta ipotecaria è riscossa in 2% sul valore catastale dell’immobile donato o ereditato ;
  • L’imposta catastale dell’1% sul valore catastale degli immobili donati o ereditati.

Cessione del primo appartamento

Le tasse ipotecarie e catastali sono dovute in importi fissi (200,00 euro per il mutuo ed euro 200,00 per l’importo catastale così stabilito dall’art.26 del D.Lgs. 12/09/2013, n.104, conv. per legge n Necessaria domanda di concessione prima casa.

La sussistenza dei presupposti per richiedere il primo assegno abitativo incide solo sul pagamento dell’imposta ipotecaria e catastale nell’ipotesi di successione, mentre l’imposta di successione resta applicabile per effetto del n provvedimento ordinario. Per richiedere il beneficio, la norma agevolativa prevede che il cessionario, o almeno uno dei beneficiari (se ve ne sono più di uno), soddisfi la “prima casa requisiti>”, individuati dall’art. 1 Comma 1, quinto periodo della Tariffa, Parte I, Allegato al DPR 131/86. Tuttavia, al fine di beneficiare dell’agevolazione “primo appartamento” nell’ambito dei trasferimenti ereditari o di donazione, è necessario che l’interessato sia in possesso delle informazioni previste dalla Nota II-bis all’art. 1 per l’accesso alla Performance.

Pianificazione patrimoniale per risparmiare sull’imposta di successione

La possibilità di ridurre l’imposta di successione dipende essenzialmente dalla possibilità di riduzione e non tanto dal valore della patrimonio, ma del bene imponibile per l’applicazione dell’imposta. A tale scopo è ipotizzabile l’utilizzo di diversi strumenti finanziari. In particolare, può avere senso investire in strumenti finanziari che normalmente non fanno parte del patrimonio imponibile ereditato, ovvero:

  • titoli di Stato italiani;
  • Titoli di Stato emessi da un altro paese dell’UE;
  • Debito pubblico;
  • Titoli emessi da istituzioni internazionali come la Banca Europea.

Investire la proprietà in questi titoli può essere un modo utile per limitare le tasse di successione e ridurne i costi. Tuttavia, non è l’unico modo. Puoi anche scegliere di investire in alcune polizze assicurative sulla vita anch’esse esenti da tassazione. Queste polizze non devono nemmeno essere dichiarate nella Dichiarazione di successione.

In questo caso, c’è un accordo tra l’assicuratore e l’assicurato per il quale l’assicurato paga un determinato importo di denaro nel tempo Pagamento di un importo diverso in caso di decesso dell’assicurato. Questa soluzione si applica quando una persona non vuole accettare una possibile eredità, soprattutto perché c’è molto debito. La somma della polizza può essere pagata anche se l’eredità non viene accettata.

Un altro modo per ridurre le tasse di successione è quello di effettuare la pianificazione immobiliare, ad esempio vendendo la proprietà in contanti agli eredi (tenendo solo l’usufrutto). In questo caso l’imposta viene calcolata al momento del trasferimento del (semplice) immobile sul valore inversamente proporzionale all’età del cedente. Per saperne di più, vi lascio questo articolo dettagliato: “Pianificazione immobiliare e patrimoniale“.

Donazioni non pagate a corporazioni ecclesiastiche

Va ​​inoltre notato che la tassa non si applica alle donazioni non pagate a corporazioni ecclesiastiche , si tiene conto anche dell’attività specifica dell’ente stesso. In particolare, il legislatore ha previsto l’articolo 3 del testo unico sulle successioni e le donazioni, d.lgs. 346/1990, esente da imposta nei confronti di:

  • Stato, regioni, province e comuni;
  • Agli enti pubblici, fondazioni e associazioni riconosciute dalla legge il cui unico scopo è fornire assistenza, studio, ricerca scientifica, istruzione, insegnamento o altri scopi di beneficenza.

Il secondo comma di tale normativa prevede inoltre che i trasferimenti ad enti pubblici sono leciti e sono esenti dall’imposta di successione anche le fondazioni o associazioni riconosciute non previste dal comma 1 se costituite ai fini di cui al medesimo comma 1.

Valutazioni sull’accettazione dell’eredità

Si noti che l’accettazione dell’eredità non è obbligatoria : accettala o rifiutala essere in grado. Il rifiuto può essere vantaggioso se il defunto ha maturato un certo numero di debiti nel corso della sua vita, soprattutto se sono superiori ai crediti trasferiti in eredità. In questo caso gli eredi, anche se legati da parentela diretta, possono scegliere di rifiutare l’eredità e pertanto non viene riscossa alcuna imposta di successione. Tuttavia, va sottolineato che non è possibile accettare solo una parte dell’eredità e rifiutarne un’altra. Piuttosto è possibile rifiutare integralmente l’eredità o accettarla, una scelta parziale non è possibile.

Attenzione alle indennità

Abbiamo visto come le tasse di successione possono essere ridotte, ma ci sono situazioni in cui queste imposte non devono essere pagate. Ad esempio, sulla base delle suddette percentuali, queste non saranno corrisposte al di sotto dell’importo della franchigia determinato per i diversi gradi di parentela con il defunto. Se, ad esempio, un fratello riceve un’eredità di valore totale inferiore a 100.000 euro, per lui non è dovuta alcuna imposta di successione, poiché la franchigia decide solo se viene riscossa in caso di superamento della soglia.

L’imposta di successione viene sempre pagata per la quota versata eccedente la franchigia in base ai criteri sopra indicati, quindi al di sotto di tale limite non è richiesto alcun pagamento. C’è una situazione particolare in cui tale franchigia può essere portata a 1.500.000 euro: è il caso in cui un parente disabile riceve un’eredità. In questo caso, la possibilità di esenzione fiscale è maggiore.

Un’altra possibilità di esenzione da parte dell’imposta è se vengono effettuate più dichiarazioni nello stesso periodo, quindi il periodo di riferimento è di 5 anni. La riduzione d’imposta si applica di un decimo per ogni anno trascorso dall’ultima dichiarazione, con ulteriori riduzioni se le dichiarazioni includono le medesime eredità. Ulteriori esenzioni o riduzioni del 50% sono possibili se il patrimonio contiene beni culturali vincolati, per i quali l’interessato deve presentare un inventario dettagliato.

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