Come

Censis, ecco come sarà l&039Italia nel 2030 – OPSOnline

Il Sud si spopolerà a favore del Centro-Nord, i giovani saranno un milione in meno mentre gli anziani diventeranno un quarto benestante della popolazione italiana se non aumenteranno i posti di lavoro a un ritmo di 480.000 all’anno al nostro livello la vita si riduce notevolmente. E se non vogliamo che il nostro debito pubblico esploda, riportarlo alla soglia “psicologica” del 99 per cento del PIL ci costerà 12 miliardi l’anno in allocazione delle risorse (che sarebbe ottimale per recuperare combattendoli portando le tasse evasione). È l’Italia del 2030, emerge dalle proiezioni del Censis, discusse questa mattina a Roma al convegno “Come saremo nel mondo?”, che apre il tradizionale “Mese sociale” dell’Istituto di Studi Sociali

“Fare le previsioni sono un azzardo – ammette il direttore del Censis Giuseppe Roma – in questo caso siamo partiti dalla demografia perché è molto affidabile, quello che è chiaro è che c’è un problema generazionale: perderemo un milione di giovani, una domanda che forse andrebbe discusso più intensamente: “Possiamo davvero permettercelo?” E questo non accadrà per caso, ma perché la famiglia non è al centro di nessuna politica lungimirante, ma vorremmo che i giovani la mettessero al centro di discussioni politiche, sociali ed economiche: questo significa che dobbiamo consentire loro di avere più figli, più posti di lavoro s e non si può certo tornare alla vecchia società patriarcale e sostenere che più figli nascerebbero quando le donne non lavoravano: è il co. D’altra parte, si guadagna di più quando la donna lavora di più e il reddito familiare è esentasse. Vorremmo un titolo come “2020, rendiamo l’Italia un po’ più giovane”. L’altra palla al piede del nostro Paese è che siamo sovraccarichi di debiti, dobbiamo almeno scendere sotto la soglia psicologica, sotto il 100% del PIL, e senza questi 480.000 posti di lavoro all’anno il PIL non continuerà a crescere. Più giovani, più lavoro e più benessere per tutti. Quando diciamo che i giovani sono bambini grandi leggiamo il problema, quando diciamo che i giovani sono necessari ne diamo un altro”.

Il Sud spopolato e impoverito.

Okuma: Come sarà l italia nel futuro

strong> Previsioni dal Censis si basano su modelli che tengono conto delle tendenze attuali, ma in alcuni casi vengono introdotte variabili, in particolare per i posti di lavoro che sarebbero desiderabili e per il deleveraging (senza il quale crollerebbe), come il divario Nord e il Sud crescerà ancora se adeguato non vengono prese misure di sostegno e rilancio delle regioni meridionali: «Nel 2030 – secondo lo studio del Censis – la popolazione italiana sarà di 62 milioni 129 mila, il 3,2% in più rispetto al 2010. Mentre la popolazione delle regioni meridionali diminuirà ( -4,3%), la popolazione del centro nord aumenterà in modo significativo (7,1%), principalmente per effetto dell'”immigrazione”.

Ayrıca bakınız: TIÊU ĐIỂM NHÂN VẬT: JERRY THOMAS – CHA ĐẺ NGÀNH PHA CHẾ

Ciò si traduce in 890.000 residenti in meno per il Sud, che “continuerà a perdere la sua attrattiva senza un intervento significativo”, e 2,8 milioni di persone in più nel Centro-Nord. Con conseguenze disastrose: “La tendenza all’impoverimento del capitale umano nel Mezzogiorno porterà ad un allargamento del divario con il Nord, sia come mercato di consumo che come bacino del lavoro, incidendo così sui fattori più importanti che creano ricchezza”.

Il 26,5% della popolazione avrà più di 65 anni. Le proiezioni demografiche non sono meno scoraggianti: il numero dei giovani 18-34 anni passerà dagli attuali 12.026.000 a 10.791.000 nel 2030 (sempre, in assenza di adeguate misure di sostegno alle famiglie) diminuirà di oltre il 10% in vent’anni, mentre il numero degli over 65 passerà dagli attuali 12.216.000 a 16.441.000 (34,6%) e rappresenterà il 26,5% della popolazione. Anche perché la vita continua ad allungarsi, arrivando a 87,5 anni per le donne e 82,2 anni per gli uomini. I maggiori paesi europei tenderanno in media ad avere incrementi demografici più elevati di quelli italiani, ad eccezione della Germania. L’Italia sta diventando sempre più il Paese più antico d’Europa: la quota media di giovani sul totale della popolazione sarà del 20,8% nel Regno Unito, del 20,3% in Francia e del 19% in Spagna, ma in Italia sarà del 17,4%. .

Ayrıca bakınız: Sclerosi dei tetti acetabolari anca: cosa significa? I Lorenzo Castellani

Livello di vita attuale insostenibile. A meno che l’Italia non diventi un paese più produttivo con un numero maggiore di posti di lavoro, dovrà finalmente dire addio al suo attuale tenore di vita (sostenuto al momento a causa di una situazione estremamente squilibrata in cui i giovani, anche sopra i 30 anni, sono dipendenti dalla famiglia di origine). Il tasso di occupazione dovrebbe aumentare dall’attuale 57,5% al ​​60,1% nel 2030.D’altra parte, se volessimo raggiungere l’obiettivo della strategia di Lisbona (70% della popolazione tra i 15 ei 64 anni occupata), dovremmo creare 480.000 nuovi posti di lavoro ogni anno nei prossimi dieci anni.

Il debito pubblico: 12 miliardi di risparmi all’anno Secondo il Censis, i principali paesi europei hanno un debito pubblico inferiore al PIL: 64,9% Spagna, 78,8% Germania, Regno Unito 79,1 %, Francia 83,6%, media europea 79,6%. La quota italiana è passata dal 95,2% nel 1990 al 109,2% nel 2000 e dovrebbe raggiungere il 118,2% quest’anno. A quanto pare, il Censis non sta nemmeno cercando di prevedere il livello che il debito potrebbe raggiungere se continua a questo ritmo. Invece, propone una “allocazione delle risorse” di 12 miliardi di euro all’anno, che ci permetterebbe di scendere sotto il 100% già nel 2020, ipotizzando una crescita del PIL costante dell’1% (che non è una previsione affascinante).

Ayrıca bakınız: Canone Rai in Bolletta 2022: Esonero e Costo

.

Related Articles

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Back to top button