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Referendum 4 dicembre: per cosa e come si vota

Referendum del 4 dicembre su cosa votare e come

Gli italiani troveranno domenica presso l’urna una scheda elettorale con l’indicazione della domanda sottoposta al referendum e due caselle su cui mettere una crocetta sul “sì” o sul “no” per accettare o respingere il referendum di conferma sulla riforma costituzionale con una maggioranza inferiore ai due terzi del parlamento.

Il referendum di conferma non richiede un quorum di validità, quindi indipendentemente dal numero dei partecipanti, vince l’opzione (sì o no) che ha ottenuto la maggioranza dei voti.

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Perché votare sì | Perché votare no

La riforma costituzionale sottoposta al referendum modifica 49 articoli della costituzione e riforma completamente il Senato e l’organizzazione del Parlamento, riforma il Titolo V relativo alla disciplina delle Regioni, abolisce le Province e il CNEL .

IL NUOVO SENATO RIFORMATO

Il Parlamento è ancora diviso in Camera dei Deputati e Senato del Repubblica, ma i due organi hanno diverse composizioni e differenze di funzioni. Se la camera continua a essere composta da 630 deputati, il nuovo Senato non sarà più composto da 315 ma da 100 senatori: 74 consiglieri regionali almeno due per regione, in relazione al numero degli abitanti e ai voti dei partiti, e 21 sindaci, uno per ciascuna regione, eccetto il Trentino-Alto Adige, che ne nomina due.

Cinque sono i senatori nominati dal Presidente , ma non serviranno più a vita: “In carica sette anni e senza stipendio”, dice il nuovo articolo 59 il nuovo carta. A Palazzo Madama restano invece di diritto gli ex Presidenti della Repubblica. Il nuovo Senato sarà eletto secondo le modalità stabilite da una legge approvata entro 6 mesi dall’entrata in vigore della riforma costituzionale e il mandato dei senatori coinciderà con la durata del loro mandato di amministratori / p>

I senatori mantengono l’immunità parlamentare così come i parlamentari, ma non ricevono alcun compenso diverso da quello dovuto loro come sindaci o consiglieri regionali.

FINE DEL PIENO BICAMERALISMO

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L’emendamento del Senato pone fine al pieno bicameralismo. La Camera dei Deputati diventerà l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale diretto e l’unica assemblea preposta all’approvazione delle leggi ordinarie e di bilancio e alla fiducia del governo.

Il Senato, noto come Senato delle Regioni , diventa un organismo rappresentativo delle autonomie regionali: il suo compito principale è il coordinamento tra lo Stato e gli enti locali . Può altresì apportare emendamenti e pareri su progetti di legge approvati dalla Camera e può proporre emendamenti entro 30 giorni, ma con la possibilità che non vengano adottati.

La funzione legislativa è esercitata solo congiuntamente dalle due Camere le leggi costituzionali , per le minoranze linguistiche, il referendum, per le leggi elettorali , per >trattati con dell’Unione Europea e standard sui territori . Tutte le altre leggi sono approvate dalla Camera dei Rappresentanti.

I senatori continuano a partecipare all’elezione dei membri del Consiglio Supremo della Magistratura e dei giudici della Corte Costituzionale. I cinque giudici del Consiglio parlamentare d’appello sono eletti separatamente dalle due Camere: due sono eletti al Senato, tre ai deputati.

Elezione del Presidente della Repubblica non partecipano più i delegati regionali e cambia il sistema del quorum : per i primi tre scrutini c’è un maggioranza dei due terzi dei membri richiesta, dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei membri, dal settimo scrutinio la maggioranza dei tre quinti degli aventi diritto al voto (massimo degli aventi diritto). Attualmente per i primi tre scrutini è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti; dal quarto scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta. Sarà il Presidente della Camera (e non più del Senato) a sostituire il Presidente della Repubblica ‘ad interim’.

Le modalità con cui il I cittadini possono chiedere la convocazione di referendum abrogativi e proporre leggi di iniziativa popolare. Esistono due tipi di quorum per annullamento referendum . Se 500.000 cittadini propongono il referendum ribaltante, il quorum resta al 50 per cento più uno degli aventi diritto al voto. Se invece 800.000 cittadini propongono il referendum, il quorum si riduce al 50 per cento più uno degli elettori dell’ultima elezione politica.

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Una iniziativa popolare per proporre legge, poi le firme passano da 50.000 a 150.000, ma prevede anche che la decisione della Camera sulla proposta entro determinati termini e modalità fissati dalle norme parlamentari. Il Referendum propositivo e di indirizzo è istituito per essere disciplinato dalla normativa successiva.

LA RIFORMA TITOLO V

Modificare il ripartizione dei poteri legislativi tra Stato e Regioni con riduzione dei poteri delle Regioni e maggiore chiarezza sul ruolo dello Stato e sull’autonomia locale. Una ventina di soggetti sono di esclusiva competenza dello Stato. Questi includono: ambiente, gestione di porti e aeroporti, trasporti e spedizioni, produzione e distribuzione di energia, politica dell’occupazione, sicurezza sul lavoro, organizzazione professionale, patrimonio culturale e turismo.

La Riforma Boschi elimina la giurisdizione concorrente con una riallocazione delle materie tra giurisdizione esclusiva statale e regionale. Viene introdotta una “clausola di precedenza”, che consente al diritto statale di intervenire, su proposta del governo, in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando si tratta di tutelare l’entità giuridica o economica della Repubblica o di tutelare l’interesse nazionale così richiesto. .

ALIMINAZIONE DEL CNEL

La riforma Boschi abolisce completamente l’articolo 99 della Costituzione, il quale prevede che, in quanto organo di rilevanza costituzionale, il Consiglio nazionale per l’Economia e il Lavoro (CNEL), organo ausiliario composto da 64 consiglieri, con funzioni sia consultive che legislative in materia di economia e diritto del lavoro.

La nomina di un commissario straordinario entro trenta giorni dalla l’entrata in vigore della legge a cui affidare la gestione della liquidazione e ridistribuzione del personale presso la Corte dei Conti.

Con la riforma Boschi il testo costituzionale elimina anche il riferimento alle province non sono più costituzionalmente necessari gli organi che, secondo la costituzione, hanno compiti amministrativi propri. Il nuovo testo della costituzione riformata afferma che la repubblica è composta da comuni, aree metropolitane, regioni e stato.

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