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Lo scontro tra Achille e Agamennone: ecco come è andata – FocusJunior.it

Lo scontro tra Agamennone e Achille e la famosa ira mortale di quest’ultimo è raccontata nell’Iliade di Omero. Le frasi in grassetto riassumono i passaggi riportati e in corsivo dell’opera.

Okuma: Come reagisce agamennone alla minaccia di achille

Agamennone è il fratello del re Menelao di Sparta.

Achille, re dei Mirmidoni, è il più coraggioso dei guerrieri greci.

Okuma: Come reagisce agamennone alla minaccia di achille

La scena: la guerra di Troia

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La moglie di Menelao, Elena è stata rapita da Parigi , figlio del re di Troia. Infatti, con l’aiuto di una pozione donatagli dalla dea della bellezza Afrodite, Paride convinse Elena a lasciare Sparta e fuggire con lui. Menelao chiede l’aiuto del fratello Agamennone per dichiarare guerra a Troia e lo dichiara capo della spedizione. Tra i guerrieri c’è Achille, figlio di Teti, il più coraggioso di tutti.

Quando le navi Agamennone Greci arrivano a Troia, Ettore, fratello di Menelao, ha già preparato il suo esercito, per difendere la città. Inizia la guerra di Troia, che durerà 10 anni.

Prequel

La guerra tra greci e Trojan esiste da 9 anni ormai. L’indovino Calcante rivela che la peste scoppiata tra i Greci fu mandata da Apollo infuriato perché Agamennone rapì Chriseis, figlia del suo sacerdote Crisa, per prendere lei per fare la sua schiava. Dopo dieci giorni di peste, Achille chiede al re Agamennone di liberare Crisei.

Agamennone , però, così risponde , rivolto ad Achille : “Allora i giusti greci mi devono concedere un altro schiavo, degno (come) del precedente e conforme al mio desiderio. Se non me lo danno, lo rapirò io stesso, che sia lo schiavo di Aiace, lo schiavo di Ulisse o anche il tuo!”

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Achille inizia ad arrabbiarsi e minaccia anche io

Agamennone continua: “Ma anche a queste condizioni, acconsento a farlo se è meglio; voglio un esercito sano e no leaks Tuttavia, ora preparatemi un regalo, non solo devo rimanere senza un regalo dei greci, non è conveniente, quindi guardate tutti che regalo ho lasciato.” AgamennoneRisposta, comunque , irrita Achille, che risponde: “Tu, vestito di spudoratezza, avido di guadagno, come può un acheo volerti obbedire, o marciare, o combattere duramente contro i guerrieri > In verità, non sono venuto qui per combattere i trojan che vogliono la guerra, non mi hanno fatto niente: Non hanno mai rapito le mie mucche oi miei cavalli, non hanno mai distrutto i raccolti. Ftia, poiché tra Tessaglia e Troade ci sono molte montagne ombrose e un mare agitato. Ma ti abbiamo seguito per farmi felice, cercando soddisfazione per Menelao, per te, brutto cane, dei Teucri; e tu non lo pensi e non ti preoccupare, anzi, minacci che verrai a portarmi via il dono che ho sudato molto; mi è stato dato dai figli degli Achei (cioè la sua schiava Briseide). Ma non ricevo dono come te quando i Greci demoliscono una terra popolata da Teucri; ma la grande guerra tempestosa è governata dalle mie mani; Quando si tratta di divisione, il dono più grande è tuo. Ritiro un piccolo e adorabile regalo dopo aver combattuto. Achille dice ad Agamennone che è grazie a lui, il più valoroso dei guerrieri, che vincerà la guerra e riceverà doni più ricchi di un semplice schiavo.

Ma ora vado a Ftia, perché sicuramente è molto meglio tornare a casa con le navi curve. Non capisco la tua delusione nel restare qui a raccogliere beni e ricchezze. Achille minaccia di tornare indietro e smettere di combattere perché alla fine i Troiani non gli hanno fatto del male.

Agamennone risponde ad Achille Vattene se il tuo cuore ti spinge; Non ti chiederò proprio di stare con me, con me ci sono altri che mi faranno onore, specialmente il saggio Zeus.Ma tu sei il più odiato dei discepoli del re di Zeus: ami sempre le liti, le guerre e le battaglie: un dio ti ha dato per essere così forte! Torna a casa, con le tue navi, con i tuoi compagni, domina i Mirmidoni: non mi preoccupo per te, non ti temo adirato; anzi, questo dichiaro: dopo che Chriseis Phoebus mi avrà tolto Apollo, la rimanderò con la mia nave e i miei compagni; ma prendo Briseide, il tuo dono dalle guance delicate, entrando io stesso nella tenda, affinché tu sappia quanto sono più forte di te, e anche un altro trema a parlarmi o sta davanti a me come un pari. Agamennone qui urla ad Achille di andarsene e lo informa che restituirà Chriseis ma in cambio prenderà la sua schiava Briseide.

L’ira fatale di Achille Lo disse; Achile soffriva, il cuore nel petto peloso incerto tra due scelte che doveva fare: se, estraendo la spada affilata dalla sua coscia, far resistere gli altri, uccidere gli Atris, o calmare la sua rabbia e frenare le sue emozioni. E mentre si muoveva nell’anima e nel cuore e sfoderava la grande spada dal suo fodero, Atena discese dal cielo; la dea Era lo mandò con braccio bianco, amando entrambi egualmente cari e avendo cura di loro; rimase dietro di lui, per i capelli biondi prese il pelo, visibile solo a lui; nessuno degli altri lo vide. Achille sussultò, si voltò, subito incontrò Pallade Atena: i suoi occhi brillavano terribilmente e si voltò verso di lei e disse parole fugaci e rapide: – Perché sei venuta, figlia di Zeus, armata di ghiaccio, forse per vedere la violenza di Agamennone Atris? ma te lo dichiaro, e so che questo si compirà: per le sue azioni arroganti perderà presto la vita! E la dea Atena dagli occhi azzurri gli disse: -Sono venuta dal cielo per placare la tua ira se mi obbedisci: la dea Era mi ha mandato un braccio bianco, sinceramente amorevole e premurosa. Dai, smettila di litigare, non sguainare la spada con la mano: ma insulta solo con le parole, racconta come sarà: te lo dico nei fatti, e questo avrà il suo compimento: tre volte quanto saranno i doni magnifici offerto a te un giorno per questa violenza; quindi trattenersi e obbedire. E Achille rispose, piede veloce: – La tua parola deve essere rispettata, o dea, anche coloro che sono adirati; perciò è meglio che chi obbedisce agli dèi sia ascoltato anche da loro. Così tenne la mano pesante per l’elsa d’argento, rinfoderò la grande spada, non disattendendo la parola di Atena; era andata con gli altri dèi nell’Olimpo, nella casa di Zeus e della bestia.

Achille, molto arrabbiato, sguaina la spada per uccidere Agamennone. Improvvisamente, però, e solo a lui visibile, la dea della guerra, Atena, appare davanti a lui e lo convince ad abbandonare la sua risoluzione e continuare a combattere i Troiani perché lei tiene a lui e ad Agamennone. Achille cede.

La fine Ancora una volta Pelis si scagliò contro l’Atris con parole offensive, senza trattenere la sua rabbia. – Ubriaco, minaccioso come un cane, ma vile come un cervo, non indossare mai armature con l’esercito bellicoso né tendere imboscate ai più forti nemici degli Achei a cui osi andare: ti sembra morte. E certo nel vasto campo degli Achei è molto più facile strappare i doni a coloro che vi parlano faccia a faccia, mangiatori di re del popolo, perché comandano i farabutti; se non proprio, Atris, ora ti offenderesti per l’ultima volta! Ma te lo dico e lo giuro con tutta la mia volontà: sì, per questo bastone, che non metterà mai più foglie né rami, poiché ha lasciato il tronco sui monti, non fiorirà mai, che tutto intorno il bronzo ha strappato foglie e Abbaio; ed ora i figli degli Achei la sosterranno con rettitudine: osserveranno le leggi nel nome di Zeus. Questo sarà il giuramento da fare. Sicuramente un giorno i figli degli Achei si pentiranno di Achille, tutti loro, e poi tu non potrai far nulla quando moriranno per mano del macellaio Ettore; e strapperai i tuoi sentimenti più profondi, arrabbiato di non avermi premiato, io che sono il più forte dei Greci. Pelis disse questo e gettò a terra lo scettro tempestato di chiodi d’oro. Poi si sedette. Achille rimprovera ancora Agamennone, ma lo informa che per volere degli dèi continuerà a combattere i Troiani, e getta a terra la spada con cui intendeva colpire Agamennone per ucciderlo. forte>

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