Tutte le illustrazioni da “A Great Self Experience”, Edizioni Pearson
C’è un problema comune nell’insegnamento della letteratura nelle scuole superiori, un problema che ha le sue radici nelle tradizioni e nelle norme dell’insegnamento.
Al liceo, studiare letteratura a volte significa memorizzare date importanti, leggere i testi, capire cos’è l’allitterazione, cos’è l’anafora e cos’è l’autore politoto, e la differenza tra pessimismo storico Conoscere e pessimismo cosmico – realizzare tragicamente che l’unico modo è memorizzarlo. Un corso di studi, i cosiddetti compiti a casa.
Non così in tutti i licei, ovviamente. Ci sono grandi insegnanti che sono in grado di catturare l’attenzione degli studenti, che sono in grado di andare oltre il manuale e il programma. Ci sono studenti appassionati, partecipativi e curiosi disposti ad approfondire anche da soli. Certo che esistono, ma io non rappresento la norma.
Sicuramente c’è un problema di tempo nelle scuole, istruzioni ministeriali. Spesso i grandi maestri sopra citati incontrano un pubblico di splendida indifferenza a cui se ne frega di Dante, e spesso studenti interessati si trovano invece davanti a un professore contento di insegnargli il minimo indispensabile. È quindi evidente che, a seconda della direzione della scuola, i programmi destinano più o meno ore di lezione di letteratura e, di conseguenza, uno studio più o meno esteso – i classici sono attesi che humanae litterae siano l’ossessione assoluta degli Studenti (spoiler: non lo sono), degli istituti tecnici un po’ meno (spoiler: a volte è un pregiudizio).
Al di là di ogni premessa, sembra esserci un problema generale nell’insegnamento della letteratura nelle scuole superiori, un intoppo che affonda le sue radici nella tradizione e nelle norme didattiche.
“Credo che un autore di antologie e manuali abbia una grande responsabilità. La quota è fissata quando un autore può lasciare le aule dell’università e non solo i bambini ma ha raggiunto anche i professori”, spiega Alessandra Terrile.
In Claudio Giunta aveva denunciato l’eccessivo tecnicismo dei manuali di letteratura liceale, scritti in un linguaggio astruso che ha definito ” Scuola ” , piena di commenti pedanti ed esercizi meccanici.
Illustrazione Lorenzo Mattotti
Letteratura intesa come insieme di regole, formule, modi di dire, definizioni L’approccio analitico al testo da sviscerare come un’autopsia. Le rime, il metro. discorso diretto, discorso indiretto. Sono tutte conoscenze di base indispensabili per un corretto studio della letteratura, il problema sorge quando la letteratura solo norma, solo definizioni, solo concetti appresi è memorizzato. Quando l’analisi di un testo poetico diventa compito.
Francesco Rocchi, in un intervento sullo stesso argomento, è d’accordo con Giunta, ma fa notare che per molti studenti lo studio della letteratura è tutt’altro che una priorità ed è quindi necessario assegnare i proxy scoprono che indurranno un adolescente a tenere il naso sul libro. In altre parole, mutuato dallo studioso, “la materia deve essere insegnata”, nel bene e nel male.
Personalmente, però, ritengo che sia un’autrice interessante da proporre ai giovani: Merini è una donna che fin dall’inizio si è sentita abitata dalla poesia, trascinata dalla qualcosa al di là della sua volontà. Si sentiva letteralmente destinata a scrivere in versi e non usava filtri durante la scrittura. Non tutti i suoi scritti sono rilevanti e non tutti possono essere proposti in classe, ma alcuni, senza una mediazione razionale, mettono il lettore direttamente in contatto con la follia, con il corpo, con la stanchezza della vita. Queste sono questioni importanti, anche e soprattutto per un adolescente. Non vogliamo domarli: lo scopo è sempre quello di riprodurre la voce del poeta in modo autentico, con mediazioni linguistiche e critiche, ma senza coercizione.
Nel dialogo con Ariosto compare anche Alda Merini: abbiamo deciso di introdurre il tema della follia di Orlando con I’m crazy crazy. Orlando Furioso ha il secondo anno di tre anni e spesso il nome di Merini è del tutto sconosciuto ai bambini di quell’età.
Siamo negli anni dello storytelling multimediale, quale pensi sia il modo migliore per coinvolgere un bambino nello studio della letteratura in modo che il libro non sembri una “imposizione”?
Questa è la sfida. Non dobbiamo nascondere che si tratta di una questione complessa, che la letteratura richiede lentezza, tempo e dedizione. Ma poiché la letteratura parla dell’uomo, lo scopo è quello di far sentire l’uomo.La sfida è far capire allo studente che la letteratura parla di lui, di qualcosa che lo colpisce come uomo o donna o come persona. Noi insegnanti non dobbiamo conquistare i bambini con le acrobazie, non è il nostro lavoro, non siamo animatori e non possiamo metterci al livello dei social o delle serie tv. La sfida è proprio quella di accompagnare i bambini nella letteratura, di portarli fino in fondo, fino a quando non scoprono in essa qualcosa di bello, qualcosa che possa interessarli perché nutre quell’aspetto di umanità che anche loro appartiene. È necessario far comprendere al ragazzo la lingua letteraria senza sminuirla e ricondurre l’uomo agli autori della letteratura del passato. Anche questo punto è molto importante: gli autori del passato non devono essere percepiti come monumenti intoccabili. Diamo spazio alla storia umana e alle caratteristiche fisiche mostrando foto e ritratti degli autori, come a dire: “Puoi guardare in faccia questo scrittore o poeta, osservarlo nella sua forma umana. Perché è una persona, un uomo o una donna come te”.
Se riusciamo a farlo capire alle persone, allora il viaggio si svolgerà da solo. Basta un seme. Non riusciamo in tutto, ma se riusciamo in alcuni, è già un risultato.
Oltre alle fotografie, il tuo manuale ha anche molte illustrazioni, spesso dell’autore, vedi ad esempio Lorenzo Mattotti per l’Inferno di Dante. Questa scelta è anche un’approssimazione al presente?
Quando mi sono trovata davanti all’edizione Nuages dell’Inferno di Dante illustrata da Mattotti, ne sono rimasta affascinata. Volevamo dimostrare che gli artisti di oggi sono ancora ispirati dagli autori del passato. Un artista contemporaneo può ancora immaginare Paolo e Francesca o la fiamma di Ulisse. Mattotti oscurò la foresta con l’immagine di Dante avvolta nell’oscurità più assoluta. È molto difficile inserire quell’oscurità in una pagina di un manuale scolastico con carta che non è di altissimo livello, ma eravamo davvero interessati a mostrare quell’oscurità ispida, rendendola chiara. Abbiamo selezionato solo grandi autori contemporanei, come Guttuso, Emanuele Luzzati per Boccaccio e Mimmo Paladino per Ariosto.
E quanto è importante il linguaggio orale e verbale oltre a quello visivo?
Molto. La letteratura insegna a pensare, a vedere oltre le apparenze, a porre domande. Ma puoi arrivarci se hai la lingua giusta. Abbiamo curato personalmente gli esercizi orali perché li riteniamo essenziali. Spesso i bambini arrivano al liceo con pochissime capacità lessicali ed è molto difficile per loro trovare le parole per esprimersi adeguatamente, per dire esattamente quello che vogliono dire. Questo è anche il compito della letteratura.
Manuali e risorse online: qual è stata la tua scelta e perché
Le risorse online sono obbligatorie per legge, quindi è stata una scelta necessaria. Il nostro obiettivo è insegnare ai bambini ad essere consapevoli dei media digitali ea sapere come scegliere le fonti quando fanno ricerca. La situazione nelle scuole è difficile: mancano strumenti e mezzi adeguati per una conversione digitale. D’altronde lo studio è ancora qualcosa che si fa scrivendo, sottolineando, annotando. Dobbiamo trovare i mezzi giusti e la strategia giusta. Abbiamo deciso di prevenire la mancanza di attrezzature nelle istituzioni scolastiche e di fare riferimento direttamente agli smartphone: ci sono dei codici QR nel nostro libro, basta inquadrarli per andare alla risorsa online (che sia una lettura di un attore, un film o delle immagini) . . In questo modo il temuto smartphone diventa uno strumento utile alla causa.