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Caldarroste perfette fatte in casa – Ricette che Passione

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Castagne arrostite. come fare delle castagne morbide e cotte in padella che si sbucciano in pochissimo tempo. Dopo vari test e una vita di caldarroste, credo di aver trovato la soluzione. Può essere una fortuna trovare castagne buone o facili da sbucciare, ma se troviamo castagne o castagne che non vogliono essere sbucciate sono guai, beh, d’ora in poi no, ora ti mostro tutto i miei trucchi per sbucciare in un attimo le caldarroste con qualsiasi tipo di castagna o marrone. Fin da piccola preparo le caldarroste, raccoglievo le castagne nel bosco, aprivo i ricci tra le scarpe con l’aiuto di un bastoncino, mamma quanti punti portavo a casa la sera, ma che fortuna, soprattutto quando il la vecchia zia è venuta ad aiutarci con la mietitura, questa zia, sempre anziana, anche lei una bambina piccola che si divertiva un po’ a stare un po’ selvaggia con il fagotto in spalla, prima su per il torrente e poi giù, sperando di riportarlo tutto indietro. Per noi non c’era un commerciante di caldarroste come in paese, ma le preparavamo con le castagne raccolte, cotte in una vecchia padella forata con un grosso chiodo, se avevamo un martello usavamo quello quando non c’era, usavamo un grosso sasso. Che scocciatura, prima vai a raccogliere le castagne, una bella passeggiata, poi convince tua madre a darti una padella che non va più bene, che poi ne aveva sempre una vecchia, magari anche più grande della zia, ma per lei è sempre un peccato averlo per usare caldarroste che potrebbero ancora essere utilizzate in cucina come per giocarci, un po’ si a dire il vero. Quei momenti di giovinezza spensierata al tepore del camino sono stati una grande festa mentre nostra madre guardava da lontano e ce la lasciava fare. Alla fine la presa veniva trafitta con il grosso chiodo o con quello d’acciaio, che era una reliquia. Dopo che la padella fu trafitta, raccolsero un mucchio di rami, o rami come diceva mia zia, i rami secchi, proprio tra gli alberi dietro casa. Parlando di mia zia, dovrei ricordarla, una persona semplice ma speciale che aveva il suo modo di parlare questo antico dialetto a noi sconosciuto. Alla fine si accese il fuoco, e siccome le fiamme danzavano sincronizzate in una danza più lenta si poteva mettere sopra la padella, ma quante discussioni su chi doveva attaccare le castagne, opera che tutti evitavano felicemente ma che era necessaria perché le castagne scoppiassero dal calore . se non si tagliano ma per fortuna mia zia non ha mai detto di no e io l’ho aiutata così mi ha raccontato nel frattempo dei suoi tanti nipoti, i miei cuginetti che non vedevo così spesso per via della distanza. Alla fine è arrivato il momento di mettere le castagne sul fuoco e in un attimo la magia, prendere un bastoncino, a volte un pezzo di canna, girare le castagne e cuocerle alla perfezione, toglierle dal fuoco, coprirle con un panno umido stoffa, schiacciali anche con i piedi come faceva tuo nonno, in una specie di danza tribale, e lasciali riposare lì e scoprirai che li sbuccerai subito dopo.

Se hai un camino in casa, lì non è niente come preparare le caldarroste per il camino, anche gettandole nella cenere calda e rigirandole di tanto in tanto. Le mangerei come voglio io, castagne lesse, buonissime, anche lessate, di solito in Calabria si cucinano con patate dolci. Con le castagne cotte non è obbligatorio danneggiarle, ma se lo facciamo si sbucciano meglio e sono ancora calde.

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